Il 30% di quanto viene trasportato via mare, è tutt’oggi petrolio, con i ritmi attuali, polverizzerà con una media mensile di oltre 102 milioni di barili ogni precedente dato sulla produzione di petrolio a fronte dei 94,2 milioni di barili del 2021. Questo il quadro controcorrente scaturito dal convegno organizzato dal Gruppo Giovani di Assagenti Genova, in netta contrapposizione con le previsioni che meno di un decennio fa individuavano nel 2017 lo stop nel consumo di prodotti fossili.
“Fra proclami sulla transizione e realtà di mercato – ha sottolineato Palmesino al convegno organizzato nell’ambito della Genoa Shipping Week di Assagenti – si consuma la grande contraddizione e in parte il grande falso: le incertezze alimentate da previsioni che si stanno rivelando errate hanno rallentato gli investimenti in un settore, quello del trasporto di petrolio, che non alimenta solo i consumi energetici, ma fornisce anche (con una quota pari al 50% del trasportato) la materia prima essenziale per molteplici filiere industriali strategiche”. E il rallentamento ha significato meno ordini per la costruzione di navi petroliere con un portafoglio ordini dei cantieri che garantirà a malapena nei prossimi anni un incremento annuo del 5% nell’offerta di trasporto via mare. Se la fuga dal petrolio – e i dati diffusi oggi lo confermano – si è arrestata e se Wall Street è tornata a investire in modo massiccio nell’oil & gas, specie l’Europa sembra far finta che i programmi di transizione nei ritmi serrati imposti, funzionino. Facendo in questo modo emergere – come sottolineato da Stefano Messina, Presidente di Assarmatori – una vocazione europea all’autotassazione, che sfiora l’autolesionismo.
“Se l’obiettivo del nostro convegno era – ha concluso il presidente del Gruppo giovani di Assagenti, Gian Alberto Cerruti – quello di valicare il pericoloso confine del politically correct, il risultato è stato centrato e non a caso da una categoria, come quella degli agenti marittimi, che ogni giorno si confronta con la realtà, quella vera, dei traffici marittimi”.