Il totale della filiera del Mare della Campania è pari a 12,9 miliardi di valore aggiunto, con una performance percentuale più elevata della media nazionale e con 94.023 occupati e 32.449 imprese. Nelle prime dieci posizioni della graduatoria provinciale per numerosità assoluta delle imprese dell’economia del mare italiana, Napoli è seconda con 22.909 Imprese e Salerno è quarta con 7.892 imprese
Presentato in esclusiva al 7° Salerno Boat Show il Focus con i dati dell’Economia del Mare della Campania, basati sul Rapporto Nazionale di Unioncamere a cura di Informare, Assonautica Italiana, OsserMare e Blue Forum Italia Network.
Ad aprire i lavori il Presidente di Marina d’Arechi Agostino Gallozzi, il Presidente di Assonautica Italiana Giovanni Acampora e il Coordinatore dell’Osservatorio Nazionale sull’Economia del Mare OsserMare Antonello Testa.
Il Presidente di Marina d’Arechi Agostino Gallozzi ha ribadito la centralità del ruolo dei porti turistici in territori che possono proporre rilevanti attrattori culturali, paesaggistici e architettonici. “Marina d’Arechi si conferma porta di accesso per incrementare il numero di visitatori provenienti anche dai Paesi esteri. Si amplia in questo modo la platea che consente la crescita costante del numero degli accessi nella nostra provincia”.
“Le sfide che abbiamo davanti sono tante e non ci spaventano”– ha sottolineato il presidente di Assonautica Italiana Giovanni Acampora – “Per la nuova visione strategica marittima dell’Italia serve un’agenda ambiziosa che dovrà essere percorribile anche dal punto di vista economico e sociale. L’aggregazione è un moltiplicatore economico, sociale e di rappresentatività istituzionale e il Blue Forum Italia Network, la rete degli utenti del mare promossa dal sistema delle Camere di Commercio, proprio partendo dalle sollecitazioni dell’Europa, ha questo obiettivo comune. Stiamo già lavorando per l’edizione 2024, a Gaeta, dal 13 al 15 giugno”.
Il peso dell’Economia del Mare della Campania
Ad illustrare i dati relativi all’Economia del Mare della regione Campania, il Coordinatore di OsserMare – l’Osservatorio Nazionale di Informare, Antonello Testa: “L’indiscusso ruolo dei porti del Mezzogiorno, confermato dalla forte crescita dei traffici marittimi, diventerà sempre più strategico nel dare concretezza alla centralità del nostro Paese nel Mediterraneo. Lo avvalorano i numeri contenuti nel nostro Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare che, da più di dieci anni, realizziamo con il Centro Studi Tagliacarne. Gli importanti investimenti del PNRR sui porti della Campania – 600 milioni di euro per i porti di Napoli e Salerno – rappresentano una grande opportunità di sviluppo senza precedenti.
Dal Rapporto di quest’anno – va ricordato – emerge una crescita esponenziale della Blue Economy che muove 142,7 miliardi di valore aggiunto. In termini di occupazione parliamo di 914 mila addetti. I numeri confermano la rilevanza del settore all’interno del panorama italiano ed europeo. Basti pensare alla rilevanza della forza moltiplicativa dell’Economia Blu: dal Rapporto emerge che l’Economia del Mare produce un valore aggiunto di 52,4 miliardi di euro e ne attiva altri 90,3 miliardi nel resto dell’economia nel 2021. Considerando questa capacità moltiplicativa di “fare filiera”, la Blue Economy arriva a generare complessivamente i 142,7 miliardi di euro di cui sopra, l’8,9% dell’intera economia nazionale”. Poi, entrando nel focus dedicato alla Campania, Testa ha spiegato: “Il Mezzogiorno (30%) ed il Centro (31,1%) contribuiscono per il 61,1% alla formazione del valore aggiunto dell’intera Economia del Mare.
In Campania, l’estensione territoriale dell’Economia Blu coinvolge: 131 comuni definiti come zone costiere; di cui 60 litoranei e 71 prossimi al mare; il 55,5% della popolazione; il 59,0% del valore aggiunto complessivo e 1089 abitanti per kmq, a fronte dei 230 degli altri Comuni italiani. Inoltre, il 48,4% delle imprese dell’Economia del Mare si trova nel Mezzogiorno (11.492). Il Mezzogiorno è anche l’area con la performance migliore, registrando un incremento delle imprese blu del 2,7% tra il 2021 e il 2022, decisamente al di sopra del valore medio nazionale (+1,6%)”.