Il Decreto-legge 59/2021 ha stanziato a favore dell’armamento importanti risorse per le cosiddette “navi verdi” per perseguire l’obiettivo della “Protezione ambientale”, come specificato chiaramente dalla Commissione UE nella Decisione C/2022/8247 di autorizzazione della misura. Nel Decreto, all’articolo 1, punto 2, è così specificato: “Rinnovo flotte, bus, treni e navi verdi – Navi: 45 milioni di euro per l’anno 2021, 54,2 milioni di euro per l’anno 2022, 128,8 milioni di euro per l’anno 2023, 222 milioni di euro per l’anno 2024, 200 milioni di euro per l’anno 2025 e 150 milioni di euro per l’anno 2026” (ndr).
Le imprese di navigazione nazionali sono fortemente intenzionate a cogliere questa importante occasione ma la maggioranza di esse non può accedere all’incentivo in quanto i cantieri europei da tempo non costruiscono le tipologie di naviglio richieste dal mercato.
Le risorse stanziate per il rinnovo e refitting della flotta potrebbero diventare un volano di sviluppo importante ma occorre rimuovere il vincolo all’utilizzo dei soli cantieri europei perché, di fatto, esclude gran parte della flotta operata dalle imprese nazionali. Il primo decreto non ha raggiunto i risultati sperati perché conteneva requisiti escludenti, in primis il vincolo geografico alla costruzione, al refitting e all’utilizzo della flotta, che nessun altro Paese europeo aveva adottato nei rispettivi provvedimenti di incentivazione al rinnovo delle flotte.
L’Amministrazione competente sta affrontando la materia con grande competenza e attenzione, coinvolgendo e ascoltando costantemente gli stakeholder. Auspichiamo che il Governo colga l’opportunità di dare una svolta concreta ad uno strumento che può rappresentare, davvero, un volano per la transizione green della flotta con ricadute importanti per il Paese e l’occupazione.
Confitarma, che rappresenta il 70% della flotta italiana, chiede quindi al Governo di intervenire per rimuovere il vincolo geografico alla costruzione e refitting delle navi nonché per innalzare le aliquote di incentivazione fino ai massimali previsti dalle linee guida europee (CEEAG e GBER) e posticipare il termine attualmente previsto al 2026 per la conclusione degli interventi.
Decreto GU: www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2021/05/07/21G00070/sg
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