Crisi Mar Rosso, le compagnie di navigazione spostano le navi nel Mediterraneo. Gli effetti sulla movimentazione merci


Attraverso lo stretto di Bab al-Mandab, sbocco meridionale del mar Rosso fra le coste dello Yemen e il golfo di Aden, passa il 30% del traffico globale dei container e l 10% del petrolio greggio diretti verso il Mediterraneo. Non transitare lungo il Canale di Suez significa allungare il viaggio da circa 19 giorni a 31 giorni, a seconda della velocità della nave.

Le decisioni dei giorni scorsi da parte delle principali compagnie di navigazione internazionali (MSC, Cosco, Oocl, Evergreen, Bp, Cma Cgm, Maersk, Hapag-Lloyd) di evitare il passaggio attraverso il Mar Rosso e il canale di Suez (da cui transita circa il 12% del commercio mondiale) per ragioni di sicurezza della navigazione preoccupa la portualità italiana, considerati gli effetti che potrà avere sui traffici delle merci nel Mediterraneo.

Questo duro colpa va ad aggiungersi alla direttiva ETS dell’Unione Europea, già dannosa per i porti dell’area MED.

“Abbiamo appreso che diverse compagnie del settore contenitori e del settore petrolifero hanno deciso di dirottare le navi su altre rotte, addirittura circumnavigando l’Africa, per evitare possibili rischi connessi al conflitto in atto in quell’area geografica. Naturalmente, queste decisioni ci preoccupano per gli effetti che potranno avere sulla movimentazione delle merci, sui tempi di consegna e sui prezzi dei noli, con conseguente riflesso sul costo dei beni al consumatore finale“ ha dichiarato il Presidente di Assoporti, Rodolfo Giampieri. “Il Mediterraneo, ritornato al centro delle rotte di navigazione rendendo l’Italia ancor più strategica, rischia di subire un forzato rallentamento della movimentazione. Se questa decisione si dovesse protrarre nel tempo, per i porti italiani sarebbe un danno serio. ‘L’auspicio è che si possa giungere ad una risoluzione di questa criticità nel più breve tempo possibile.”


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