Per traghetti, aliscafi e catamarani, crescita del 2% nel 2024 rispetto al 2023, tendenza che dovrebbe confermarsi anche per il 2025 (previsti oltre 21 milioni di passeggeri movimentati).
Per la nautica: nel 2024 oltre mezzo milione di movimenti di turisti nautici in Adriatico trainati dalla sponda orientale e con ampi margini di crescita. Nel triennio 2024/2026 previsti oltre 390 milioni di investimenti in infrastrutture dedicate al turismo via mare in Adriatico.
Questa la prima fotografia del 2025 scattata da Risposte Turismo, società di ricerca e consulenza a servizio della macroindustria turistica, in apertura della settima edizione di Adriatic Sea Forum – cruise, ferry, sail & yacht, l’appuntamento di riferimento per il turismo via mare in Adriatico, ideato e organizzato dalla stessa Risposte Turismo quest’anno in partnership con l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centro Settentrionale.
«Alla luce dei dati che emergono dalla nostra analisi, è corretto riferirsi al maritime tourism in Adriatico come fenomeno consolidato, che, nel 2025, continua il suo percorso di crescita moderata ma costante», ha dichiarato Francesco di Cesare – Presidente Risposte Turismo. «Questo è sicuramente il tipo di crescita più positivo per le destinazioni turistiche in termini di organizzazione della propria offerta», prosegue di Cesare. «I risultati sono a mio modo di vedere frutto, in particolare, della ricchezza dell’area e sono da leggere, non solo alla luce del patrimonio storico artistico e paesaggistico ma, anche, dal punto di vista delle infrastrutture e dei servizi di cui dispone. Un’offerta sempre più consistente anche grazie ai consistenti investimenti che continuiamo a registrare da parte di imprenditori privati e di amministrazioni pubbliche. Tutto ciò fa sì che gli operatori, anche internazionali, decidano di impegnarsi in quest’area, e che i turisti inseriscano l’Adriatico tra le possibili mete di proprie vacanze. Noi di Risposte Turismo teniamo sempre a sottolineare che il divario tra risultati attuali e potenziali resta alto, e che tale gap potrà essere colmato in particolare attraverso un’azione congiunta di promozione dell’area, scegliendo tutti assieme – operatori privati e decisori pubblici, agenzie di promozione turistica nazionale e singoli comuni – di scommettere sul brand Adriatico», conclude di Cesare.
Per quanto riguarda il traffico crocieristico, secondo le prime stime della società di ricerca guidata da Francesco di Cesare, nel 2025 saranno oltre 5,1 milioni i passeggeri movimentati (imbarchi, sbarchi e transiti) nei porti dell’Adriatico, in crescita del +3,9% rispetto al 2024. Le previsioni di Risposte Turismo indicano anche una crescita nel numero delle toccate nave (+5,8%) per un totale di oltre 3.400. Tali previsioni sono il frutto della proiezione effettuata da Risposte Turismo sulle stime di oltre 20 porti crocieristici dell’Adriatico, scali che, complessivamente, nel 2024 rappresenteranno l’84% del totale passeggeri movimentati stimata e l’83% delle toccate nave.
Per quanto riguarda il traffico crocieristico per Paese, lo studio di Risposte Turismo prevede per il 2025 la conferma dell’Italia al primo posto nella classifica (2 milioni di passeggeri movimentati, stabile sul 2024). Se si guarda alle toccate nave, invece, al primo posto si riconfermerà la Croazia con circa 1.390 accosti (+5,5% sul 2024).
Secondo i ricercatori di Risposte Turismo, Albania e Montenegro saranno i paesi che nel 2025 cresceranno maggiormente con, rispettivamente, 70mila passeggeri movimentati (+235%) e 760mila (+16% sul 2024). La classifica dei singoli porti: Corfù, Kotor e Venezia primi porti crocieristici nell’area
Guardando ai singoli porti troviamo ancora al primo posto in classifica Corfù (750mila passeggeri movimentati, +3% sul 2024), seguito in seconda posizione da Kotor (615mila, +1% sul 2024) e da Venezia (con 560mila, +3,7% sul 2024) che contenderà come nel 2024 a Dubrovnik il terzo gradino del podio.
All’interno della top 20 dei porti dell’Adriatico, si segnala, in particolare, la crescita attesa del porto albanese di Sarandë che nel 2025 dovrebbe movimentare circa 70mila passeggeri (+260% sul 2024) e del porto montenegrino di Bar che supererà i 145mila passeggeri movimentati (+203% sul 2024).
Nel comparto traghetti, il 2025 registrerà un’ulteriore leggera crescita nei passeggeri movimentati sul 2024 mentre, il 2024, per il traffico traghetti, aliscafi e catamarani, si sta per concludere con una crescita del 2% sul 2023. Relativamente al 2025, si confermano nella top-3 i porti di Split (5,7 milioni di passeggeri movimentati, +2,5% sul 2024), Igoumenitsa (3,1 milioni di passeggeri movimentati, +2%) e Zadar (2,7 milioni, +2%). Complessivamente, il traffico traghetti, catamarani e aliscafi dovrebbe registrare il prossimo anno un’ulteriore leggera crescita, portando il totale a raggiungere la soglia dei 21 milioni di movimenti passeggeri (escludendo le rotte interne della Croazia).
Oltre 390 milioni di investimenti in infrastrutture dedicate al turismo via mare nel triennio 2024/2026: il team di ricreatori di Risposte Turismo ha inoltre mappato oltre 390 milioni di investimenti avviati o in programma per la realizzazione di infrastrutture dedicate al turismo via mare in Adriatico. Di questi, circa 200 milioni di euro sono destinati al settore cruise & ferry e, in particolare, riguardano la realizzazione di nuovi terminal e stazioni marittime.
Tra le nuove infrastrutture che verranno realizzate nell’area adriatica si segnalano: la nuova stazione marittima di Ravenna a Porto Corsini entro il 2026 per un investimento totale di 46 milioni di euro, l’inaugurazione della seconda stazione marittima di Bari, per un investimento totale di 8 milioni di euro e la costruzione del cruise terminal a Marghera per un investimento di oltre 67 milioni di euro, in programma entro il 2028. Nella costa adriatica orientale si stanno per avviare i lavori in Slovenia, per la costruzione del nuovo cruise terminal al porto di Koper, per un ammontare di 3 milioni di euro (atteso per la primavera 2025).
Per quanto riguarda la nautica, nel solo triennio 2024-2026, sono stati conteggiati oltre 190 milioni di euro complessivi di investimenti tra inaugurazione di nuove marine (oltre 183 milioni) e ampliamento di strutture preesistenti (oltre 6 milioni). Tra le strutture che verranno inaugurate nel corso dei prossimi due anni si segnalano, in particolare, Vlora Marina a Valona in Albania (45 milioni di euro, 438 ormeggi) nel 2025 e Porto Baroš Marina a Rijeka in Croazia (50 milioni di euro, circa 230 posti barca) nel 2026.
In relazione ai progetti di ampliamento si prevede che le marine di Skrivena Luka nell’isola croata di Lastovo e Marina Korkyra nell’isola croata di Korčula acquisiranno rispettivamente 10 nuovi ormeggi (100.000 euro di investimento) e 45 nuovi ormeggi (1,5 milioni di euro di investimento) nel 2025. Sul versante italiano, entro i prossimi due anni sono attesi gli incrementi dei posti barca di Marina Fiorita a Venezia (50 ormeggi per 3 milioni di investimento), Darsena Le Saline a Chioggia (20 ormeggi per 700 mila euro di investimento), Marco Carani Nautica a Brindisi (100 ormeggi per 200mila euro di investimento) e del Porto Turistico di Rodi Garganico a Foggia (40 posti barca per 350.000 euro di investimento).
Come per le precedenti edizioni anche l’Adriatic Sea Tourism Report 2024 contiene una dettagliata analisi del turismo nautico nell’area Adriatica: dal numero di strutture delle marine presenti nell’Adriatico (344) al numero dei posti barca totali (per la prima volta superiore agli 80mila), dalla classifica per singolo paese (Italia, Croazia e Slovenia sui primi tre gradini podio) alla tipologia di turisti che solcano le acque di questo braccio di mare con le proprie imbarcazioni o utilizzando servizi di charter nautici. Secondo Risposte Turismo a fine 2024 saranno 500mila i movimenti di turisti nautici in Adriatico. Un valore che, sebbene non includa la consistente componente di diportisti “residenziali” in escursione giornaliera dal proprio marina, fa emergere un interessante mercato di turismo nautico, con una prevalenza di movimentazione nella costa orientale dell’Adriatico e con ampie prospettive di crescita trainate anche dalla nuova offerta presente nell’area.
Dall’indagine realizzata su 78 marine nell’area adriatica, risulta che la maggior parte dei turisti in transito giornaliero nei porti turistici considerati sulla sponda occidentale provenga in assoluta prevalenza dal mercato interno (italiani, 65,9%), seguiti da tedeschi (14,1%) e austriaci (8,1%). Sulla sponda orientale, invece, l’analisi evidenzia come dopo il mercato domestico (il 33,7% dalla Croazia e il 4,3% dalla Slovenia) ci sia una maggiore varietà di clientela, tra cui turisti nautici italiani (16,4%) e tedeschi (16,2%). Per quanto riguarda, invece, la clientela delle società di charter nautiche oggetto dell’analisi dei ricercatori di Risposte Turismo, emerge che chi usufruisce di servizi charter sono per la maggior parte di provenienza extra-adriatica (72,2% del totale) con una prevalenza di tedeschi (25%) e austriaci (20,3%). La costa occidentale risulta essere particolarmente preferita da belgi e francesi mentre quella orientale è scelta da polacchi e cechi.
L’indagine sugli operatori charter di Risposte Turismo ha, inoltre, riguardato le abitudini e le scelte della clientela: «Dal nostro studio emerge in modo significativo una finestra molto breve tra il momento della prenotazione dell’imbarcazione e l’uso della stessa, con il 40% a noleggiarla con una sola settimana di anticipo», commenta di Cesare. «Non proprio un massiccio last minute ma senza dubbio una minore propensione a prenotare con largo anticipo, confermata dai responsabili delle società di charter che partecipano alle nostre indagini, e che affermano come sia sempre più determinante, per loro, utilizzare e saper sfruttare tutti gli strumenti on line in grado di intercettare la domanda e fornire ad essa informazioni e proposte in tempi molto rapidi. Il presente e futuro del turismo nautico – che coinvolgerà in prospettiva generazioni sempre più native digitali – vedrà quindi operatori impegnati a cogliere – o meglio non perdere – questi spazi di mercato», conclude di Cesare.