Incidente mortale al porto di Genova Prà. Le reazioni


“Dolore e riflessione per la tragedia del porto di Genova.”
L’Associazione Nazionale Compagnie Imprese Portuali (ANCIP) esprime il proprio dolore e si stringe con profonda solidarietà alla famiglia e ai colleghi del lavoratore (Giovanni Battista Macciò, morto schiacciato contro un container, ndr) tragicamente scomparso il 18 dicembre presso il Terminal PSA di Pra’, a Genova. La nostra vicinanza va anche al lavoratore ferito, cui auguriamo una pronta e completa guarigione. Questo tragico evento ci ricorda, nel modo più doloroso, quanto sia preziosa e fragile la vita di chi, ogni giorno, lavora con impegno nei porti italiani. Non possiamo e non dobbiamo accettare che tragedie simili continuino a colpire la nostra comunità. La sicurezza nei luoghi di lavoro deve essere una responsabilità collettiva e una priorità costante, non un tema da affrontare solo di fronte a episodi drammatici.
ANCIP si impegna a sostenere con determinazione ogni sforzo per rafforzare la cultura della prevenzione, promuovere la formazione e adottare misure che rendano il lavoro portuale più sicuro per tutti. In questo momento di lutto, invitiamo tutte le parti – istituzioni, aziende, lavoratori – a unire le forze per costruire un sistema in cui la sicurezza non sia mai data per scontata. Con commozione e determinazione, ANCIP si unisce al dolore dei compagni della CULMV e di tutta la comunità portuale genovese.

Capone (UGL): “Ennesima tragedia sul lavoro, necessario intensificare controlli e garantire maggiore sicurezza”
“Esprimo il più profondo cordoglio e la vicinanza dell’UGL alla famiglia dell’operaio che ha tragicamente perso la vita nel porto di Pra’, a Genova, e auguro una pronta guarigione al lavoratore rimasto gravemente ferito. L’ennesima morte sul lavoro ci ricorda, ancora una volta, quanto sia inaccettabile la continua perdita di vite umane nei luoghi di lavoro, e quanto sia urgente mettere la sicurezza al centro dell’agenda politica nazionale e delle attività produttive del nostro Paese. È indispensabile intensificare i controlli e garantire il rispetto rigoroso delle normative sulla sicurezza, in particolare in contesti complessi e rischiosi come quello portuale, dove operano mezzi e attrezzature di grandi dimensioni. Ogni lavoratore ha il diritto di svolgere le proprie mansioni senza rischiare la vita. Come UGL, continueremo a batterci per una cultura della sicurezza sul lavoro che non sia un semplice slogan, ma una priorità concreta e condivisa. Questa tragedia dimostra che c’è ancora molto da fare, e chiediamo alle istituzioni e alle aziende di impegnarsi con maggiore determinazione per garantire condizioni di lavoro sicure e dignitose per tutti”. Lo ha dichiarato Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, in merito all’incidente mortale sul lavoro al Porto di Genova Pra’.

Uiltrasporti, fermare questa strage di lavoratori. Subito azioni concrete per aumentare sicurezza nel settore
“Bisogna fermare questa continua strage di lavoratori. Questo tragico evento ci dimostra come in ambito marittimo e portuale vada concentrata la massima attenzione per diminuire gli incidenti sul lavoro. Così il Segretario Generale Marco Verzari e il Segretario Nazionale Giuliano Galluccio della Uiltrasporti sull’incidente al Porto di Genova che è costato la vita ad un lavoratore e ha causato il ferimento di un altro. “In attesa che le indagini della magistratura facciano piena luce sull’accaduto, ci stringiamo al dolore della famiglia della vittima. Bisogna inoltre rimettere al centro il sistema delle regole per poter fermare questa inutile strage di lavoratori. Chiediamo di riattivare subito il tavolo sulla sicurezza in ambito portuale e marittimo e di mettere in campo gli interventi necessari per tutelare la salute dei lavoratori e delle lavoratici a partire dall’emanazione dei decreti relativi al fondo di esodo anticipato, all’armonizzazione tra Dlgs 272/99 e legge 81/2008 e del riconoscimento lavoro usurante. Morti come queste – concludono Verzari e Galluccio – sono assurde e non devo accadere mai più”.


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